Tutti parlano di Sanremo. Sull’autobus, per strada, al
telefono con la mamma o con il fidanzato, su facebook, twitter… Un mio amico ha
pubblicato addirittura un selfie su
Instagram con l’hashtag Sanremo sono io:
dietro il suo faccione sorridente e soddisfatto (maddeche?) s’intravede la televisione
sintonizzata su Rai1, il solito Carlo Conti abbrustolito con accanto
due che un tempo facevano le cantanti. O forse no. Valletta, cantante,
letterina, ministra… d’altronde sono mestieri simili, intercambiabili, no? Tutto
fa curriculum.
A proposito di
lavoro, io sono un’aspirante segretaria di redazione in una piccola rivista
locale: aspirante perché mi fanno passare l’aspirapolvere per tutto l’ufficio
(la donna delle pulizie non riceveva mai lo stipendio così s’è licenziata) e
poi faccio tutto quello che gli altri non vogliono fare. Le fotocopie, le
telefonate, il caffè e gli articoli scomodi, naturalmente. Questa settimana mi è
toccata la recensione di Cinquanta
sfumature di grigio, sì proprio quella roba che m’ha scatenato
l’esaurimento. In realtà ho accettato solo perché il capo mi ha permesso di
firmare con il mio nome, Bellatrix
Lestrange. «Ma sì», ha detto «in fin dei conti potrebbe pure scriverla
Topolino! O Arisa, per quello che m’importa».
E così, sono uscita
dalla redazione, bloc-notes e matita alla mano, un’aria battagliera stampata
sulla faccia e mi sono diretta al cinema.
Alla proiezione si sono imbucate pure due care amiche e ci siamo fatte la foto di rito con la bocca messa a buco di culo. Avete presente, no, i selfie di Belen? Ecco.
Alla proiezione si sono imbucate pure due care amiche e ci siamo fatte la foto di rito con la bocca messa a buco di culo. Avete presente, no, i selfie di Belen? Ecco.
Scrivere la
recensione è stata dura. Per i frustini,
il fisting anale e le sculacciate, direte voi. Nono. È che
dopo i primi dieci minuti io e le mie amiche ronfavamo talmente tanto che Fuffi, il cane a tre teste di Hagrid al confronto potrebbe sembrare
un angioletto che riposa.
E quindi boh, non
avevo la più pallida idea di cosa scrivere. Alla fine ho messo insieme qualche
parola: pinze vaginali, ceretta, sadomaso, cinghie, sesso, vietato, belloccio, sedano,
noioso, non credibile, broccoli e paté d’olive (che il cibo fa sempre
pornografia). Così, tanto per raffazzonare un pezzo. Il capo non ha battuto
ciglio. «Ma sì, che vuoi che gliene freghi ai lettori. Se hanno letto quella
robetta della James, questo sembrerà
loro un capolavoro».
Di certo io, ad
Azkaban, con il paio di manette giuste e l’uomo dei miei sogni (Renzino, chi
altri sennò? Renzuccio mio. Prima o poi ti frusterò, te lo prometto) avrei fatto
meglio e di più. Persino le battute di Rocco
Siffredi sull’Isola degli Sfollati sono
più hardcore de ‘sto polpettone in
salsa fumé.
Ma tanto che lo
scrivo a fare, la gente darà retta più a Belen che a me, la quale raccomanda: “Leggete
solo il libro ragazze e custodite quello strano erotismo nel vostro comodino!”.
Io nel comodino ci
tengo solo le mutande e il santino di Renzi, capito Belen?
Ma tornando a Sanremo… purtroppo non posso
commentarlo. Non ho visto mezzo minuto della nota trasmissione, impegnata com’ero
a lanciare la maledizione Cruciatus
sulla Boschi (per quelli che se lo
stanno chiedendo, no, non ha ancora funzionato). So soltanto che sono stati
riesumati i soliti cadaveri: Irene
Grandi, Gianluca Grignani, Raf. Qualcuno m’ha detto che c’era financo
la Tatangelo ma io non c’ho voluto
credere. A volte ritornano ma anche no. Certi modellini al plastico stanno bene
solo da Bruno Vespa.
Però, Conti, una cosa te la devo chiedere:
perché non hai invitato la Ellie
Goulding, così biondina e stridula? Insomma, dopo aver cantato alle nozze del
Principe William, fanno fare tutto a
lei: la canzone per la colonna sonora di Hunger
Games e poi la canzone per la colonna sonora di Divergent e poi la canzone per la colonna sonora delle 50 Sfumature e poi la canzone per la
colonna sonora di Masterchef. Per
fortuna Harry Potter l’hanno finito
di girare nel 2010, quando ancora non si sapeva chi fosse costei.
C’è da scommettere
che presto farà anche l’attrice. Sennò, Carlo, se dovesse restare senza lavoro
come la nostra ex donna delle pulizie, puoi sempre scritturarla tu. Quando,
come? Quando sarai a corto di cantanti che vogliono diventare vallette, ovvio.
Altrimenti puoi sempre
ripiegare sulla Tatangelo o di nuovo
sulla Belen, che pare adesso voglia
fare la cantante.
L’ho già detto che
sono mestieri intercambiabili, no?
Un po’ come la segretaria di redazione e
l’aspirapolvere. Una vale l’altro.
Bellatrix
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